Sono nata negli anni Ottanta, come molti di voi. E, volentieri, mi ritrovo con qualche amico a sparar nomi di mitici cartoni animati di quegli anni per vedere chi si ricorda più sigle (sono imbattibile, per chiunque volesse sfidarmi).
Perché mi sembra che ai miei tempi, tra Uan, Four e Five, i cartoni animati fossero più belli. Alcuni un pò tragici (vedi Lovely Sara, Heidi ecc.), ma belli. Al posto dei Pokemòn, c'erano gli Snorky...e volete mettere? C'era anche Mimì, che fluttuava per aria qualche decina di minuti, riflettendo sui massimi sistemi, prima di schiacciare quel benedetto pallone.
Mi sembra anche, cari nostalgici, che ai miei tempi le giornate fossero più lunghe di adesso. Si andava a scuola, e anche al catechismo. Eppure c'era il tempo di guardare quintalate di cartoni animati. Non eravamo oberati di impegni (alle quattro lezione di judo, alle cinque corso di flauto...), quindi ci si trovava al parco, dove i bambini giocavano a calcio, e le bambine a cose del tipo "un due tre stella". Si faceva merenda a pane e burro e, a volte, si giocava ai videogiochi. I più fortunati avevano il commodore 64, quell'aggeggio infernale che dopo un pò si mangiava le cassette, ma molto più spesso si finiva in polverose sale giochi, a gustare le avventure della Sega o della Atari...provateci voi, con meno di 200 kb, a creare capolavori del genere... Dove sono finite, oggi, quelle sale giochi?
Ai miei tempi, tutti i bambini credevano in S.Lucia. E, se volevi l'Allegro Chirurgo o il DolceForno Harbert, non te lo compravano subito. Ti dicevano: "Chiedilo a S.Lucia", anche se magari era agosto...! Così si apprezzavano anche le sorpresine delle patatine, del Nesquik, del Mulino Bianco. E, mentre le mamme raccoglievano i punti dei biscotti per avere il mulino dei giochi, Clementina resisteva alle avance del povero mugnaio (come darle torto?).
D'estate, molti di noi andavano ai Centri Ricreativi Estivi, dove si facevano i lavoretti con creta, cartapesta, tempere e mollette di legno, si giocava a rubabandiera e simili, e s'inventavano canzoni. Difficilmente si andava in vacanza all'estero, meglio la solita spiaggia italiana, dove si formava la compagnia estiva di amici (da cui i primi flirt).
Ai miei tempi, si collezionavano le figurine della Panini. In pochi hanno mai completato un album, ma quell'odore, quello delle figurine, per me resta un pò l'odore degli anni '80.
Ai miei tempi, si tornava a casa alle sette, guai a sforare di un minuto. E si guardavano i video di Boy George e il supertelegattone (MIAAAOOOOO!).
Ai miei tempi, andavano di moda Avirex, il Charro, i Bomber, per non parlare dei braccialetti di plastica rigida e degli scaldamuscoli. Personalmente, ad ogni festicciola dovevo as-so-lu-ta-men-te indossare un paio di orecchini Naj Oleari.
Le mamme, invece, portavano camicette a scacchi bianchi e neri, effetto optical, con tanto di mega-spalline e mega-bottoni...se poi ci aggiungiamo le mega-chiome stile Europe, voitlà! Gli anni Ottanta sono serviti!
Ragazzi, da inguaribile nostalgica, potrei parlarvi per ore di questo argomento. Vi parlerei di Twin Peaks, di Drive-In, di paninari, di Fast-Food, di Ritorno al Futuro, Labirinth e La Storia Infinita, di Simon Le Bon, di Quando si Ama, di Arnold, Ufo Robot e di tante altre cose... E' uscito recentemente da Garzanti uno strumento straordinario, il "Dizionario dei telefilm", che ci permette di conoscere a fondo tutte le serie italiane e straniere degli ultimi cinquant'anni. Certo la nostalgia deve essere condivisa perchè è sorta un' Accademia dei telefim che ha un magazine, un sito e che promuove un Telefilm Festival dal 5 all'8 maggio a Milano. Ma mi fermo qui, perché finirei sicuramente per cadere in quei discorsi pseudo-moralisti e patetici di chi è, appunto, un nostalgico, quei discorsi sui miti ormai scomparsi e mai dimenticati, che non amo sentire né, tantomeno, fare.
Eppure...
Marta Magnabosco