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Ebbene sì, Super Gulp

Ultimo Aggiornamento: 25/10/2007 16:35
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25/10/2007 16:35
 
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30 ANNI / Un libro, un dvd e una festa per la storica trasmissione degli anni 70

«Ebbene sì, maledetto Carter!». Così il malfattore Stanislao Moulinsky, smascherato, si consegnava al detective Nick Carter nei primi «fumetti in tivù ». La storica frase è anche il titolo del cofanetto libro/dvd, edito da Salani per celebrare trent'anni del leggendario «SuperGulp! », il programma dedicato alle nuvole parlanti di cui Carter fu icona, e che nel 1977 — giovedì, prima serata, secondo canale Rai—totalizzava un gradimento dell'83% erodendo addirittura gli ascolti di Mike Bongiorno. Il libro, ricco di aneddoti e con un'introduzione di Francesco Guccini (che ebbe gran peso nella vicenda, seppur da «esterno»), sarà presentato domenica 14 ottobre alle 18.30 alla Feltrinelli di piazza Piemonte, a Milano, in un incontro/performance con filmati e testimonianze irresistibili.
Non usiamo il termine a sproposito: sappiamo di cosa è capace la verve dei relatori ospiti (vedi box sull’iniziativa). Se di questi tempi gli anni Settanta sono trendy un po' ovunque, «SuperGulp!» non è un ripescaggio nostalgico, ma la consacrazione di un culto costante. Le origini vanno retrodatate di quasi un decennio: fu nel 1969, quando alla Rai si poteva sperimentare, che al responsabile dei «progetti speciali» Giancarlo Governi venne l'idea di un programma «a fumetti» dove all'estetica del cartoon si contrapponesse quella della pagina disegnata.
Storie raccontate mostrando tavole statiche opportunamente filmate e musicate, con i balloon dei dialoghi inquadrati e recitati da eccelsi doppiatori. Una formula ibrida e nuova che originò tre anni dopo, ’72, le dodici puntate (in bianco e nero) di «Gulp! I Fumetti in Tv»: alle redini già De Maria e il suo Nick Carter, il primo personaggio dei fumetti nato in tv, creato con Bonvi (e fu Guccini a farli incontrare...) Con lui anche il signor Rossi di Bozzetto e altre creazioni di Zac e Jacovitti. Fu la prova generale del ciclone che arrivò cinque anni dopo (a colori) con «Super- Gulp!». Nick Carter e i fidi Patsy e Ten eletti a presentatori di nuovi fenomeni in cartellone: i supereroi Marvel e Alan Ford di Max Bunker, in primis.
Ma anche Tintin di Hergé, Corto Maltese, le Sturmtruppen. Nel 1978, con la seconda serie, arrivarono il ballonzolante rompiballe Giumbolo (di De Maria) con Cocco Bill, Lupo Alberto, Phantom e Mandrake. Fu l'apoteosi. De Maria, che ebbe il premio regia televisiva, seppe segnare immaginario e linguaggio comune: dall'indimenticabile sigla di Godi che magnificava i «fumetti in tivù-ù-ù-ù» al ribaldo finale di Patsy («... e l'ultimo chiuda la porta!»). Il nuovo, però, premeva: con sommo scorno di Governi, che li riteneva atroci porcherie, gli ascolti degli anime giapponesi di Atlas Ufo Robot Goldrake & Co. prepensionarono il programma nel 1981 dopo quattro sole stagioni che bastarono a renderlo epocale. La Rai promise di riprenderlo, e non mantenne mai la parola. È anche così che si entra dritti nel mito.

Filippo Mazzarella, Corriere.it
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