In Giappone è praticato, in massa, da anni. In Italia è arrivato alla fine degli anni Novanta con il boom degli «anime», i cartoni animati giapponesi, e dei fumetti «manga». Il cosplay (il nome nasce dall’unione di «costume » e «play») è l’imitazione di un personaggio, soprattutto dei cartoon e anime, ma anche di film e telefilm, attraverso la realizzazione di un costume e l’interpretazione durante sfilate e raduni.
Il «fenomeno cosplay» in Italia ha la sua star proprio in Veneto, a Porto Viro, in provincia di Rovigo:
Marika Roncon, 32 anni, vincitrice di tutti i contest più importanti a livello nazionale. «Da piccola mi piaceva vestirmi come i cartoni animati, lo facevo per gioco, con il materiale che trovavo in casa, poi quando sono cresciuta ho fatto anche corsi di cucito e già 1995 mi confezionavo vestiti per indossarli soprattutto a carnevale – racconta Marika Roncon - , poi sono arrivati anche in Italia i contest di cosplay, e ho partecipato fin dal primo, a Lucca Comics. Da allora partecipo a tutti preparando un vestito differente per ogni sfilata». Mentre in Giappone gli appassionati non fanno gare, ma solo coloratissime sfilate in eventi appositi, in Italia fin da subito, sono nati contest, vere e proprie competizioni con premi per categoria (miglior gruppo, miglior personaggio femminile etc.) con premi che vanno dalle coppe ai viaggi, da premi in denaro a buoni da spendere in fumetteria per le ultime novità di manga. «Di solito ci si traveste del personaggio che più si ama e lo si interpreta per un giorno – continua la cosplayer rodigina agli inizi interpretavo i personaggi anni ’80 come Creamy o Candy Candy. Il primo premio che ho vinto, nel 2001, è stato proprio grazie al costume di Creamy e in quell’occasione ho anche cantato le canzoni della colonna sonora cartone animato».
Negli anni Marika Roncon è diventata una delle protagoniste del mondo cosplay in Italia, aggiudicandosi un infinità di premi, dal miglior costume femminile a Lucca Comics, nel 2004, con Miyoubi del manga «Alichino », fino all’ultimo di «Fumetti in Tv» a Treviso, di un mese fa, dove ho vinto con il costume di Sheryl Nome del cartoon «Macross Frontier». Tra l’altro, come si addice alle star, è stata anche insignita del premio alla carriera al Gran Galà del Cosplay dell’anno scorso. «Il cosplay è una forma d’arte, di divertimento e di aggregazione – spiega Marika vivere così permette di incontrare molte persone, nascono amicizie, ci si mette in mostra, si sfila. Si vive di foto, complimenti, e il tutto è molto appagante». Vestire i panni del proprio manga preferito può essere anche molto impegnativo. «Tre anni fa per Lucca ho realizzato un costume per cui ci è voluto un mese di lavoro a tempo pieno, dieci ore al giorno almeno – rivela - i vestiti non sono fatti solo di stoffa, per farli rimanere rigidi bisogna stirare la stoffa con un materiale apposito, poi va lavorato colando la colla a caldo e verniciato. Per gli accessori, spade, parrucche, bastoni o altro va utilizzato legno e vetroresina».
Una grande passione che, in tempi di crisi, può trasformarsi anche in una professione. «La mia attività lavorativa oggi è proprio quella di fare costumi su commissione – continua Marika Roncon - per un vestito c’è chi spende anche mille, duemila euro, ma non è il mio caso».
Francesco Verni (
Corriere del Veneto)